Mostra fotografica “Dalle mani delle donne”
Bologna, Sala Museale Elisabetta Possati – Complesso Storico del Baraccano, Via Santo Stefano 119
20 novembre – 1 dicembre 2021
Opening Sabato 20 novembre ore 16.00
La mostra è visitabile:
dal lunedì al venerdì dalle ore 15 alle 18
Sabato e domenica dalle ore 15 alle ore 20
“Dalle Mani delle Donne” è un progetto che avevo nel cassetto da anni, le mani delle Donne che lavorano mi hanno sempre affascinato e ritengo che ora sia giunto il momento di dare loro una forma visiva tangibile attraverso i miei scatti, poiché il periodo storico in cui ci troviamo è e sarà, secondo me, la motivazione per molte donne di ricominciare e ripensare a un nuovo modello di lavoro, per un nuovo rinascimento che parte proprio da noi Donne, dalle nostre mani”. Tiziana ANAIZIT Marongiu
L’attualità purtroppo è caratterizzata da dati allarmanti sull’occupazione femminile post pandemia. A causa del Covid più di 430mila donne in Italia hanno perso il lavoro, un “record” tra i più alti in Europa. Sono state le Donne a pagare il prezzo più pesante della crisi, ed è per questo che la Mostra intende raccontare storie di donne che con le mani stanno scrivendo il futuro, con fiducia nelle proprie capacità e professionalità.
In esposizione 24 pannelli di immagini in bianco e nero, di grande formato, sviluppate in verticale. Scatti simbolici su mani di donne che lavorano: artiste e artigiane, lavoratrici, operaie, imprenditrici. Ogni foto mette in primissimo piano le mani, che rappresentano lo strumento di emancipazione e affermazione personale nel lavoro e nella vita.
La Mostra è stata fortemente voluta dalla Presidente del Quartiere Santo Stefano, Rosa Amorevole, a corollario di tante altre iniziative realizzate a sostegno delle tematiche legate alla condizione femminile e alle discriminazioni di genere. Non a caso la Mostra si svolge proprio in concomitanza con la Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne, rispondendo idealmente, con testimonianze concrete attraverso le immagini, che le mani delle Donne non servono solo per difendersi, ma per creare ed autoaffermarsi.
Uno spin off della mostra sarà in allestimento permanente presso il Ristorante Al Pappagallo. Tre grandi immagini, donate dall’artista, che ritraggono le mani della sfoglina che ha plasmato i tortellini più rinomati della città. La Mostra inoltre, nell’intento di raggiungere e sensibilizzare più persone possibile, e rendersi fruibile anche in spazi non convenzionali, proseguirà nel corso del prossimo anno, in accordo con Coop Alleanza 3.0, nelle Gallerie Commerciali Ipercoop di Bologna.
Il Progetto è patrocinato dal Comune di Bologna Quartiere Santo Stefano e AICS Comitato Provinciale di Bologna
Organizzazione Associazione Bellavista
MAIN SPONSOR COOP ALLEANZA 3.0
In collaborazione con la Cooperativa Sociale Società Dolce
“Andiamo incontro alle persone. La cultura dovrebbe essere rivolta a tutti, cultura non significa titolo di studio, ma mente aperta, indipendente e con i giusti strumenti di lettura e di analisi. Le limitazioni imposte dal Covid–19 verranno superate con il proseguimento dell’esposizione in ambienti commerciali frequentati quotidianamente da tutti, soprattutto da chi abitualmente non visita Musei e Mostre” Tiziana Marongiu
Dalle Mani delle donne
Se paragoniamo le mani di un uomo a quelle di una donna riconosciamo infinite differenze.
L’uomo nasce cacciatore, guerriero: mani maschili la cui stretta è doppia rispetto a quelle femminili. Per contro la mano femminile è flessibile e precisa. Le dita sono più fragili ma anche più adatte a piegarsi, i legamenti sono più snodati. Flessibilità e precisione, che la rende uno strumento capace di compiti molto particolari come ricamare o modellare. Per millenni, le donne erano le artiste per eccellenza. In tutte le culture, era lasciata a loro l’arte del decorare, infilare collane, lavorare sui dettagli nelle pitture, sculture, in particolare la ceramica.
Nelle immagini dell’artista questa forza delicata, permettetemi l’ossimoro, rappresenta un punto importante dell’intero lavoro e sintetizza i suoi temi principali portandoli in una dimensione atemporale: la rappresentazione di antichi e moderni mestieri da cui l’artista ci invita a guardare il nostro presente nella proiezione di un futuro necessariamente possibile.
Dita che si muovono verso l’infinito, mani che si aprono e chiudono, che si espandono e ogni volta sembra leggervi una presenza, un segreto.
Ne vediamo la fatica, la meraviglia, l’energia di colei che è abituata a dare la vita.
La scelta dell’artista è la sequenza del gesto in tre scatti dello stesso soggetto, proprio per sottolineare, il calore di quelle mani nello svolgersi di un preciso gesto tecnico.
La sensazione è che più che guardarle, le mani ci troviamo ad ascoltarle.
Le mani di Anaizit, sono un diario di racconti di viaggio, un simbolo della ricerca di “una zona franca” che non è certo se mai troveranno. In questo viaggio immaginario le mani costituiscono la carta geografica che fa da sfondo a una narrazione tanto locale quanto universale, tanto intima, quanto collettiva. In queste mani c’ è dentro il mondo.
Carte geografiche che vanno tradotte.
La mano della pastaia, per esempio, che ci fa tornare bambini quando la nonna tirava la sfoglia. Ricordi antichi e gesti attuali. Nella mano, in cucina, nei gesti precisi di quei piccolissimi tortellini, si ritrova tutta l’azione che richiede la forza, perizia e delicatezza del gesto minuto. Sbucciare, mescolare, spezzare, dosare, impastare premere, lavare sono solo alcuni dei gesti, che nella nostra carta geografica troviamo ancor prima della perfezione del gesto finale, immortalato dallo scatto.
Anaizit è così: mentre guardiamo veniamo rimandati ad un altrove, che non si vede eppure puoi immaginarlo, assaporarlo. Non sono mai immagini “cercate”, ma di grande spontaneità. Un pregio.
Dà il benvenuto ad ogni mattino con fresca spontanea esaltazione, brillando di entusiasmo e vitalità. Chi guarda non può non esserne contagiato. Raramente una fotografia di Anaizit presenta caratteristiche diverse dall’essenzialità, dall’eleganza, dalla chiarezza e comprensibilità.
Il raffinato intimismo della contemplazione nella tatuatrice, la soavità della parrucchiera in scatti così lievi che sembrano quasi sospesi…
Anaizit è autodidatta come tanti immensi artisti. Scoprì l’espressione artistica da adulta come forma di sollievo alle proprie sofferenze di vita. Per la legge del contrappasso, apre l’anima, a noi lettori, e i suoi scatti ci deliziano.
Francesca Mezzadri
Milano-Curatrice Eventi D’Arte