Liber* di essere
TAVOLA ROTONDA #MEZZIPERTUTTE
Emily Clancy, Vicesindaca e Assessora Pari Opportunità e differenze di genere, diritti LGBT, contrasto alle discriminazioni, lotta alla violenza e alla tratta sulle donne e sui minori del comune di Bologna.
Daniela Sonja Schroeder, lead del team Roadto50%-Bologna
Arianna Simonetto, lead della Campagna Mezzipertutte Padova
Maria Chiara Cataldo, Presidente di BreakthSilence e lead Mezzipertutte Torino
Angelo Rogers, Pagina Socialisti Gaudenti
Dalle 18.30 aperitivo con L(‘)AT(T)ITUDINE – Poetry&Music
#mezzipertutte è la campagna contro le molestie sui mezzi pubblici. Il progetto punta a tutelare la libertà femminile di vivere la città in prima persona. E da persona. Non da oggetto di nessun tipo di azione che non rispetta e ostacola in qualsiasi modo questa libertà che è un diritto. Fondamentale. Che non si mette in discussione. In teoria, ma non in pratica. L’obiettivo è «far sentire libere e senza paura tutte quelle donne che usano i mezzi nella loro quotidianità o anche con sporadicità». Viene data anche una definizione precisa della molestia che «si verifica quando una persona si accosta a un altro individuo in base al suo genere». E si manifesta attraverso «osservazioni volgari, commenti, insulti, insinuazioni, stalking, malizia, carezze, esposizione indecente». E «spesso iniziano da parole, stalking, contatti indesiderati che possono portare a crimini più violenti come lo stupro, l’assalto e l’omicidio».
La sicurezza
Diverse le proposte per migliorare la situazione attuale. Si va dall’illuminazione alla sistemazione del decoro pubblico in quelle fermate che lo necessitano e che vengono via via segnalate attraverso il sondaggio. Poi si chiede la presenza di una guardia giurata nei sotterranei e nelle gallerie, spesso molto lunghe e in alcuni tratti deserte, che portano dall’esterno all’interno delle stazioni metro. E soprattutto nella fascia notturna, a partire dalle 19 fino alle 6 del mattino si sottolinea la necessità di personale armato e formato dal Comune o dalle aziende del trasporto pubblico locale, come Atm e Atac, a bordo delle linee di autobus in superficie. E di addetti delle Ferrovie dello Stato e delle metropolitane sui treni. All’interno di alcuni vagoni prestabiliti che le viaggiatrici possono individuare.
Le soluzioni
Per rendere sicuri gli spostamenti per tutti si possono aggiungere anche altre soluzioni. Per esempio la realizzazione di fermate, quando esistono le zone coperte, con plexiglas interamente trasparenti per permettere la visibilità da ogni lato anche dall’esterno. App per segnalare il livello di sicurezza dei diversi mezzi pubblici. Segnalazione dei numeri utili di emergenza a cui rivolgersi in caso di emergenza o sensazione di pericolo indicati su stickers da attaccate sulle pareti delle stazioni della metropolitana e dei treni, oltre che ai capolinea e alle fermate degli autobus. E poi un QR code dove poter denunciare direttamente e in tempi brevi in caso di molestie. «La nostra iniziativa mira a mappare quei luoghi in cui le viaggiatrici si sentono in difficoltà e a realizzare dei cambiamenti utili ed efficaci per tutte – scrivono le ideatrici e gli ideatori di questa campagna di sensibilizzazione che puntano alla parità di genere-. Le vostre affermazioni potranno aiutarci ad avere un’idea più chiara di come agire e definire quali sono le fermate o le linee in cui ci sentiamo più insicure».
Il GenderDataGap
L’idea di unire le forze per mettere a punto un progetto contro le molestie sui mezzi pubblici è nata dall’osservazione quotidiana di segnali di disagio e di vuoti di monitoraggio in questo senso. «Quante volte leggiamo “Uomo molestava studentesse sul 51,85,87”? Quante volte una nostra amica ci ha raccontato di quella volta in cui per paura è dovuta scendere alla fermata prima? – si chiedono attiviste e attivisti-. Basta una semplice ricerca su Google per accorgersi che conosciamo casi di molestie solo attraverso articoli di cronaca su esperienze singole. Nessuna ricerca o report recente fornisce un quadro generale esaustivo sull’esperienza femminile di viaggio nei trasporti pubblici. Questo fenomeno si chiama GenderDataGap, ovvero assenza di dati divisi per genere. Non vengono raccolti, non vengono distinti o i report non tengono conto della differente esperienza in base al genere».
INFO: scipione@aicsbologna.it