Meno 200 giorni ad uno sport sicuro
[di Sissi e Roberto Dalle Nogare] – Mancano meno di 200 giorni all’entrata in vigore della c.d. legge Balduzzi che, per le società sportive dilettantistiche, significa l’obbligo di dotarsi di defibrillatori semiautomatici.
Meno 200 giorni ad uno sport sicuro
di Sissi e Roberto Dalle Nogare
Mancano meno di 200 giorni all’entrata in vigore della c.d. legge Balduzzi che, per le società sportive dilettantistiche, significa l’obbligo di dotarsi di defibrillatori semiautomatici.
Quando, poco meno di due anni fa, i Ministri Balduzzi e Gnudi firmarono il decreto interministeriale che modificava la certificazione medica per i praticanti sportivi e introduceva il defibrillatore fra le “strumentazioni” necessarie ad accompagnare l’attività motoria delle atlete e degli atleti italiani, ci fu un giusto ed unanime consenso all’iniziativa.
Trenta mesi di tempo sono un giusto periodo per programmare, scegliere, individuare, preparare e prepararsi a questo impegno. Ora si sa che nel nostro Paese un lungo termine per adeguarsi all’entrata in vigore di una legge viene accantonato per fare posto alla quotidianità. E anche il mondo sportivo soggiace a questa regola.
Ventitrè mesi sono già trascorsi e tante asd sono ancora al palo; e quando, ai convegni organizzati sull’argomento, si fa riferimento al “count down” sui defibrillatori, si intravedono fra gli uditori i primi segni di ansia e preoccupazione.
Questi stati d’animo che accompagnano e accompagneranno i dirigenti ed i tecnici delle numerose asd che operano nella nostra provincia o regione, sono il primo vero ostacolo da superare.
Ma ci sono anche tre comportamenti che vanno evitati.
Il primo riguarda la richiesta di proroga all’entrata in vigore dell’obbligo del defibrillatore. Questa cattiva abitudine sconta l’italica assenza di programmare cronologicamente ciò che è necessario fare per essere pronti ed in regola con quanto una legge ci chiede di osservare.
Il secondo riguarda il rimpallo delle responsabilità su “chi deve fare cosa”. Chi acquista il defibrillatore? Il gestore dell’impianto o la società sportiva che lo usa? Chi deve formare gli utilizzatori? Chi può o deve usare il defibrillatore se necessario?
Il terzo comportamento da evitare la paura di prepararsi ad affrontare un episodio di arresto cardiaco: paura di sentirsi responsabili o di essere ritenuti responsabili in caso di intervento con esito negativo.
Per dare qualche risposta o per fornire qualche conoscenza in più, abbiamo gli appunti utilizzati in alcune occasioni di incontri pubblici sull’argomento ed abbiamo cercato di esporli in una serie di articoli in modo chiaro e comprensibile.
Cosa deve fare una società sportiva a livello pratico per rispettare la normativa e dotarsi di defibrillatore entro il 24 di ottobre 2015?
Le tappe principali sono due: la prima riguarda la formazione del personale e il successivo aggiornamento (detto anche re training); la seconda è l’acquisto di un defibrillatore con caratteristiche idonee alla normativa e la sua successiva manutenzione.
Innanzi tutto bisogna che ogni società sportiva individui le persone che per disponibilità, attitudine e presenza temporale, appaiano le più idonee ad essere i primi soccorritori in una situazione di emergenza. Disponibili sono coloro che si propongono con volontario impegno; hanno attitudini quelli che per professione (medici, infermieri) o per scelta altruistica (volontari sulle ambulanze) sono predisposti a formarsi o ovvero già formati; da ultimo, ma forse la scelta più importante, riguarda le persone che per diverse ore del loro tempo, praticano, allenano o accompagnano le atlete e gli atleti della loro società sportiva.
Poi, bisogna informarsi su chi effettua i corsi di BLS-D (Basic Life Support Defibrillation) sul territorio e farglieli organizzare seguendo le linee guida sul primo soccorso di IRC (Italian Resucitation Council). Diverse sono le realtà accreditate nella provincia di Bologna e particolari condizioni sono state concordate dall’AICS per favorire la realizzazione di questi corsi. E ogni due anni è importante effettuare il retraining delle manovre di BLSD.
Da quando il decreto Balduzzi è diventata legge, abbiamo ricevuto tutti e-mail che proponevano defibrillatori a prezzi ottimi e con fantasmagoriche condizioni. Ricordate la pubblicità: “avremmo potuto stupirvi con effetti speciali”?
Prima di acquistare un defibrillatore, dobbiamo richiedere una dimostrazione da parte del fornitore, per vedere con i nostri occhi lo strumento e il suo funzionamento. Deve essere facile da usare, meglio se ha due pulsanti, quello di accensione e quello per erogare lo shock. Diffidate dei prodotti che hanno troppe opzioni incluse, perché sicuramente non saranno utili al nostro primo intervento, anzi potrebbero distrarci da ciò che sappiamo fare e dobbiamo fare in un momento di emergenza.
In caso di dubbi, è utile chiedere un parere tecnico al 118 sia sull’affidabilità dello strumento che si vuole scegliere, sia sulla collocazione all’interno dell’impianto sportivo. A proposito della collocazione, è molto importante che sia ben segnalato e in un punto che sia accessibile a tutti.
Un’altra caratteristica essenziale è quella di avere una garanzia lunga, che permetta, in caso di bisogno, una buona assistenza anche molto tempo dopo l’acquisto. Le piastre hanno una durata massima di due anni e la batteria ha un tempo di vita di quattro anni: una garanzia per un’assistenza efficace non può avere una durata inferiore ai cinque anni.
Da ultimo, ma non ultimo che abbia la Certificazione Europea. E non accontentatevi del solo marchio CE, facilmente imitabile, ma esigete il certificato.