#foodporninUTILE n. 2 | CIBO DA SPOGLIARE + no fiera ma Arte
STUDIO54 – Il “Movimento d’arte e pensiero” degli inUTILI presenta #foodporninUTILE n. 2 | CIBO DA SPOGLIARE, Dal 22 al 25 gennaio 2015 – no fierama Arte, Personale di Patrik Tatcheda, 19/01/2015 – 24/01/2015 – Curata da MuseoOrfeo/HomeGallery
Studio 54 (Ex Movida Club) in Via San Felice 6/b,
Il “Movimento d’arte e pensiero” degli inUTILI presenta
#foodporninUTILE n. 2 | CIBO DA SPOGLIARE
Installazione artistica interattiva a cura di Fulvio Chimento
Studio 54 – Bologna, Via San Felice, 6 /b (Ex Movida Club)
Dal 22 al 25 gennaio 2015
opening: giovedì 22 gennaio h. 17
orari: da giovedì 22 a domenica 25 gennaio h. 17-24
Il secondo momento espositivo del progetto #foodporninUTILE si svolge a Bologna in occasione di Arte Fiera 2015, curato da Fulvio Chimento.
Dal 22 al 25 gennaio nello spazio dello Studio 54 (Ex Movida Club) in Via San Felice 6/b, sarà possibile “entrare” nell’installazione “Cibo da spogliare” del gruppo bolognese degli inUTILI, movimento d’arte e di pensiero.
Il nuovo bersaglio -letteralmente- dell’ironia dissacrante del collettivo bolognese sono le osannate food star del momento, i più famosi chef e conduttori dei reality televisivi sulla cucina e sul cibo.
I visitatori saranno parte attiva dell’installazione e potranno dare libero sfogo alle loro simpatie e antipatie. Armati di freccette potranno accanirsi sulle fastidiose icone del food. La loro presenza, il loro flusso, il loro gesto contribuirà a creare il risultato finale di questa parte dell’installazione. Un modo per “detronizzare”, smitizzandoli, i nuovi divi dell’etere, complici di quella spettacolarizzazione del cibo che diventa, appunto, pornografia. In antitesi, ma da recuperare sembrano dire gli inUTILI, è la dimensione più profonda e ancestrale del nutrimento: allo spazio del cibo/pornografia si affianca infatti, nel percorso proposto, lo spazio del cibo reale, vero e proprio tempio nel quale riappropriarsi della sua sacralità.
La mostra, patrocinata dal Comune di Bologna, è parte del circuito di Art City White Night e di SetUp Plus, i circuiti di eventi culturali dislocati per la città in occasione di ArteFiera 2015 e SetUp Art Fair.
______________
Studio54 Factory Via Cesare Battisti 11/A
no fiera ma Arte
mostra personale Patrick Tatcheda
dal 19 al 24 gennaio 2015
Studio54 – via Cesare Battisti, 11/B
inaugurazione 19 gennaio ore 17,30
Camminando per la strada non ci si rende conto che quell’apertura buia e discreta sia in realtà l’entrata di una mostra di opere d’arte, talmente è diversa dalle comuni gallerie espositive. Ed è proprio questo l’obiettivo di Patrik Tatcheda, rompere con ciò che è stato stabilito come criterio generalizzante e trovare invece la modalità più idonea ed autentica per esibire il proprio lavoro. Il pubblico viene così invitato a varcare quella soglia, entrare nell’ingresso che sfacciatamente appare come un orifizio e percorrere il tunnel che conduce nel mondo dell’artista, ad indicare che per vedere e capire le opere bisogna letteralmente e metaforicamente entrare nel suo corpo, nella sua mente, nella sua anima.
La mostra è stata dedicata all’esposizione di diversi tipologie di opere per avere una linea generale sul quadro di lavoro dell’artista. La prima sala è stata intitolata Lambo la bakala, cose che avvengono solo tra i bianchi per denunciare ironicamente la concezione dell’eros nel mondo contemporaneo in quanto pensiero fisso che può impregnare e prendere forma in ogni aspetto della vita quotidiana. Acquarelli, sculture, installazioni vogliono indicare come ormai l’amore sia diventato un gesto ripetitivo e monotono dove l’emozione scompare per lasciare spazio unicamente ad un incastro meccanico di corpi e parti anatomiche ridotte ad oggetti privi si sangue, calore e impulsi nervosi. Non si tratta d’indecenza gratuita, quanto invece della dimostrazione di come certi tabù sociali vogliano solo cercare di nascondere malamente le propensioni naturali e carnali dell’uomo. Gesti, dettagli anatomici, attitudini sessuali rivelano in modo ostentato ma privo di qualsiasi pregiudizio e falso perbenismo l’ossessione tanto temuta quanto eccitante in cui affoga la società di oggi e che dimostra la difficoltà dell’uomo ad entrare in contatto con il vero sé fino a disorientarsi e perdersi negli appagamenti quotidiani, come una marionetta che non è in grado di riconoscere la prigionia in cui è costretta a stare. Dopodiché la ricerca si sposta nella seconda sala Soul melody, la melodia dell’anima in cui siamo condotti in una dimensione completamente mistica e spirituale, dove le enormi tele che avvolgono la nostra mente sono la proiezione dell’universo interiore dell’artista. La sua volontà è quella di dar voce ed espressione alle proprie emozioni e ai propri pensieri attraverso la sonorità delle pennellate in cui gesto, segno e colore si fondono per diventare impercettibili nelle loro unità separate. Si tratta di un lavoro in progressione che non termina con la conclusione della tela, dal momento che la pittura, costituita da olio, pigmenti naturali ed essenza di trementina, continua ad ossidare e di conseguenza a cambiare migliorando gli effetti di tridimensionalità prima di raggiungere la stasi. Il pubblico però si trova davanti ad una condizione di stabilità apparente e quasi mai definitiva perché, guardando i suoi quadri, ha la possibilità d’immergersi nella propria mente, di lasciarsi trasportare dai propri istinti e dalle proprie passioni e d’intraprendere così il viaggio alla scoperta di se stesso. Patrik è riuscito a trovare in questa forma particolare di pittura il modo per rendere concreto e tangibile il suo percorso personale di evasione dalle manifestazioni quotidiane e di ricerca dell’estasi, credendo fortemente nella relazione tra creazione artistica e crescita spirituale.