Anche la Tarsu contro gli sportivi
Un altro balzello sulle spalle delle Associazioni sportive, già duramente provate!
Da sempre, a Bologna, si è inteso che chi utilizza impianti sportivi pubblici sia esonerato dal pagamento della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi, quella del “rusco”, per capirci.
Di fatto, è sempre stato così fino a circa un anno, fa quando alcune società sportive si sono viste recapitare la richiesta di pagamento della TARSU relativamente agli ultimi 3/5 anni, aggravate di sanzioni e more che praticamente raddoppiavano l’importo dovuto.
Per fortuna lo sport rende sani e quindi le coronarie dei poveri presidenti di società hanno ben resistito a botte che andavano da 7.000 a 70.000 euro!
Ad onore del vero il regolamento parla chiaro e prevede che gli impianti sportivi (indipendentemente che siano pubblici o privati) debbano pagare la TARSU, ad eccezione dello spazio di gioco o di pratica. Quindi gli spogliatoi, i servizi igienici, i corridoi, le scale, gli atri, gli uffici, … sono assoggettati a tale tassa.
Da dove nasceva, quindi, la convinzione che gli utilizzatori delle palestre pubbliche (del Comune di Bologna o delle Scuole) non dovessero pagare? Nasce dal fatto che la stessa norma sopracitata stabilisce che la TARSU deve essere pagata da “tutti i soggetti che hanno l‘uso (a qualsiasi titolo) di un locale”. L’uso, non la proprietà o la gestione!.
Quindi, la tassa dovrebbe essere applicata ad ogni singola associazione assegnataria di un turno di allenamento presso un qualsivoglia impianto, naturalmente proporzionata alle ore di utilizzo annuale. Un lavoro impossibile in considerazione del fatto che i turni di allenamento assegnati dai singoli Quartieri sono centinaia e, probabilmente, altrettanti gli usi sporadici per manifestazioni o gare, durante i fine settimana.
Preso atto della complessità di tale situazione si è quindi deciso di attribuire l’onere della TARSU al gestore dell’impianto sportivo (anche se non risulta esserne l’utilizzatore) che a sua volta dovrà farsi risarcire dalle singole Associazioni utilizzatrici dell’impianto.
Di fatto, quello che realmente conta è che i Gestori degli impianti si troveranno a dover affrontare una nuova ed imprevista situazione e le Associazioni subiranno un sensibile aumento delle tariffe d’uso.
L’aumento previsto è del 10/15% rispetto alla stagione 2013/2014 che porta la tariffa d’uso degli impianti comunali a somme analoghe a quelle applicate da alcuni impianti
privati.
Inevitabilmente tale aggravio cadrà sulle persone, sulle famiglie dei bambini e sugli anziani che praticano attività motoria e sportiva.
Temiamo che questo non favorirà la pratica di corretti stili di vita, di prevenzione, lo svilupparsi di discipline educative, motorie o sportive.
Guido Marchiani