ZAN-NO
3 marzo 2014 teatro Dehon, ore 21.00, Via Libia 59 – Lo spettacolo ZAN-NO raduna diverse tecniche, cercando com’è costume della Fraternacompagnia di mantenere un legame forte con la Commedia dell’arte ma, d’altra parte, inserendo e sperimentando linguaggi più vicini ad un pubblico contemporaneo.
3 marzo 2014 teatro Dehon, ore 21.00, Via Libia 59
Due Zanni si trovano coinvolti nell’inseguimento di un tappeto magico insieme loro compagne. Le loro disavventure li portano prima in prigione poi a rischiare l’annegamento in mare aperto ed infine sulla nave di un terribile pirata. Naufraghi in Giappone sono costretti a recitare per un malinconico Shogun malato di pessimismo, rischiando la vita a causa di un Samurai che si innamora di una delle due donne. Riusciranno a riportare il buon’umore nel Regno e verranno premiati dallo Shogun, ritornando in patria da gran signori.
con:
Massimo Macchiavelli- nella parte di Mustafà, il Pescivendolo, il Cristo, Leonardo da Vinci, Silok, Capitan Addams, Endo il Samurai,Kanze il gran Cerimoniere.
Cristina Coltelli nella parte di Zanni e Violetta.
Tania Passarini nella parte di Zanni e Franceschina
Digital Storytelling – Carlo Presotto
Tecnico audio, luci, video – Matteo Ferrari
Testo e Regia di Massimo Macchiavelli
Lo spettacolo ZAN-NO
Lo spettacolo ZAN-NO raduna diverse tecniche, cercando com’è costume della Fraternacompagnia di mantenere un legame forte con la Commedia dell’arte ma, d’altra parte, inserendo e sperimentando linguaggi più vicini ad un pubblico contemporaneo. Non si tratta di una modernizzazione, ma del cercare una convivenza tra un teatro di grande forza espressiva e dei mezzi di concezione moderna. Per questo da un punto di vista scenografico è stata usata la tecnica del Digital Storytelling, sfruttando il normale fondale di Commedia dell’arte come strumento drammaturgico che attraverso video, animazioni, teatrali, uso delle ombre e dell’interazione tra attori e video, ambienta e definisce la storia non solo descrivendo i luoghi ma agendo sulla drammaturgia delle azioni. Questo condiziona anche l’uso delle luci che devono essere sfruttate più come effetti che come illuminazione vera e propria. Abbiamo lavorato inoltre su due linguaggi teatrali che hanno una vicinanza storica e di contenuti la Commedia dell’arte e il Kyogen Giapponese, arrivando a mettere in scena nel finale della piece un famoso Kyogen intitolato Busu. Per rendere lo spettacolo comprensibile anche a un pubblico straniero abbiamo lavorato su una traccia pantomimica che da sé rendesse già il tessuto emotivo e di significati di tutta la storia e su questa abbiamo costruito il testo lavorando su entrambi i registri, comico e drammatico. Non abbiamo trascurato i temi più cari alla Commedia dell’arte quali: la magia, la fame, il tema del viaggio e della superstizione che convivono con alcuni temi cari al teatro giapponese: l’onore del guerriero, la dedizione verso il Signore, il maestro sulla via della conoscenza. I personaggi appartengono a entrambe le culturale accanto agli Zanni, al Capitani, al Vecchio e alle figure femminili della Commedia compaiono Il Samurai, lo Shogun, il Maestro della cultura Giapponese e la serva rigorosamente interpretata da un uomo. I costumi sono storicamente rigorosi, frutto di una ricerca iconografica sul 1600. Gli attori hanno di fronte a loro una grande prova da superare se si pensa che quattordici personaggi vengono interpretati da tre attori.